Quando sono stanca, sfiduciata, avvilita, impaurita, preoccupata, angosciata, scontenta o semplicemente triste, c'è una sola cosa capace di farmi cambiare umore: guardare La banda degli onesti.
Probabilmente con questa dichiarazione mi sono giocata gli ultimi scampoli di credibilità, ma non importa. Sono arrivata alla consapevolezza che questo film sia l'antidoto perfetto, la panacea contro tutti i mali, dopo lunghissima sperimentazione, e sono sicura di ciò che dico.
Per alcuni anni il mio salvavita è stato Victor Victoria. Divertente, acuto e accurato come solo i film diretti con il tocco felice di Blake Edwards sanno esserlo. Lo vedevo tutte le volte che non riuscivo a dormire perché era rasserenante sapere che, anche quando va tutto davvero male, spesso basta guardare le cose da una prospettiva diversa per volgerle a proprio favore.
Poi è stato il turno di Una donna in carriera. Così meravigliosamente anni '80 con tutti quei capelli cotonati, le sneakers messe sotto il tailleur per dirigersi in ufficio con passo più deciso e scattante, e le spalline da giocatore di football americano. Lo vedevo per farmi coraggio perché è l'apoteosi del "se ci credi, puoi farcela", nonostante il finale un po' amaro con quell'inquadratura del grattacielo in cui la finestrella dell'ufficio di Tess McGill è solo una fra le tante.
Poi, in ordine sparso, Harry ti presento Sally, C'è posta per te (anche se preferisco infinitamente l'originale), Il favoloso mondo di Amélie... ma nessuno di loro ha il potere placante de La banda degli onesti, e vi spiego subito il perché.
A differenza di tutti gli altri che ho citato, La banda degli onesti - pur facendo ridere di gusto - non è un film che fa sognare, anzi è un film che ti tiene bene ancorato alla realtà. Una realtà concreta, dove si tira avanti fra mille difficoltà, dove si fatica ad arrivare a fine mese e i bambini, per farli svagare, si mandano a seguire un corteo funebre, dove c'è sempre in agguato dietro l'angolo qualcuno pronto a farti le scarpe, dove - sempre a proposito di scarpe - la felicità è poterne aveve un paio nuovo, dove mangiare spaghetti con le vongole e carne alla pizzaiuola è un vero lusso, dove l'unica cosa davvero irrinunciabile è la dignità.
Guardando questo film meraviglioso, si respira quella che immagino fosse la reale atmosfera degli anni '50 dove, seppure a fatica, si cercava di ricominciare, e soprattutto c'era - fortissima - la sensazione che il peggio fosse passato. Perciò adoro questo film, perché nonostante Bordini e Stocchetti voglia dire cambialetti, nonostante l'intimo di sfratto, nonostante il ragioniere Casoria, nonostante i tre eroi finiscano con l'essere più poveri di prima, il peggio è passato.
Auguro a tutti voi un 2012 migliore del 2011.
Il peggio è passato.
PATATE RIPIENE DI BROCCOLETTI
Per 4 persone
8 patate medie
500 g di broccoli baresi puliti
50 g di acciughe sott'olio
100 g di parmigiano grattugiato
un cucchiaio di aceto
una mangiata di uva passa
una manciata di pinoli
1 spicchio d'aglio
2 foglie d'alloro
sale e olio EVO
In omaggio al povero Giuseppe Lo Turco, vittima dell'ineffabile Antonio Buonocore, spero con questa ricetta di sfatare, una volta per tutte, il mito che la carne alla pizzaiuola sia più appetitosa di broccoletti e patate.
Sbucciate le patate e poi, se come me siete un po' folli e maniacali, dotatevi di una bella pietra pomice sintetica e levigatele fino a eliminare ogni asperità.
A questo punto armatevi di uno scavino e rimuovete la parte centrale della patata fino a creare una sorta di barchetta (potete utilizzare gli scarti per fare una qualsiasi vellutata).
Lessate le barchette in abbondante acqua bollente acidulata con l'aceto, salata e profumata con due foglie d'alloro, per 15 minuti.
Scolate le patate quando sono ancora al dente, ungetele per bene sia internamente che esternamente con l'olio, e tenetele da parte. Intanto preparate i broccoletti lessandoli e poi ripassandoli in una padella dove avrete fatto rosolare l'aglio in tre cucchiai d'olio e disciolto le acciughe. Aggiungete l'uva passa e i pinoli, poi spegnete la fiamma e mantecate con tre quarti del parmigiano grattugiato un po' doppietto.
Farcite le patate con i broccoletti, sistematele in una pirofila, cospargetele con il restante parmigiano e infornatele a 180° per una quarantina di minuti.
Servitele calde ma senza rischiare l'ustione.